Hurriya

Nella notte del 13 maggio, a Bologna scatta l’Op. “Ritrovo” da parte dei carabinieri. L’operazione repressiva porta all’arresto di 7 compagni e compagne al momento rinchiusi/e in diverse carceri della penisola e all’obbligo di dimora per altre  5 persone. Ad essi/e viene anche contestato l’articolo 270bis (associazione sovversiva con finalità di terrorismo), articolo usato e abusato da parte della magistratura con il fine di schiacciare e reprimere ogni realtà che si ribelli all’esistente e promuova una lotta per migliori condizioni di vita. Infatti dalle carte della procura si può leggere “[questa operazione] assume una strategica valenza preventiva volta ad evitare che in eventuali ulteriori momenti di tensione sociale, scaturibili dalla particolare descritta situazione emergenziale, possano insediarsi altri momenti di più generale campagna di lotta antistato”. Così la partecipazione ad un corteo, una scritta su un muro, l’avere o stampare opuscoli di propaganda o anche il solo frequentare ambienti anarchici o il portare la solidarietà agli/lle esclusi/e di questa società (detenuti, migranti ecc.) diventa motivo di arresto o fa di qualcuno/a un/a terrorista. In un momento delicato come questo in cui la pandemia ha portato alla fuoriuscita di tutte le contraddizioni di questo sistema basato sullo sfruttamento, oppressione, fame e morte, chiunque cerchi di combattere contro di esso o volga critiche allo Stato viene trattato da nemico interno e come tale soppresso, umiliato ed arrestato. Lo Stato teme chi sogna un altro mondo fatto di autogestione e solidarietà. Ancora una volta ci Ritroviamo a tirare delle somme. La caccia al diverso ha portato i suoi frutti. Nel giro degli ultimi due anni questo sembra l’ennesimo attacco da parte dell’inquisizione. Mirare agli affetti pare sia la strategia migliore. Tale strategia l’abbiamo già vista con l’Op. Panico, Op. Scintilla e Op. Renata per citare le più recenti. Operazioni volte alla distruzione di ogni tensione sovversiva tramite la creazione di teoremi atti a cucire su diverse realtà anarchiche l’immagine del terrorismo. D’altronde in un’epoca nella quale la paranoia diviene un mezzo per governare gli animi della popolazione, la costruzione di un nemico interno è perfetto per legittimare ogni scelta dell’Autorità, la quale si spaccia come protettrice degli individui e garante delle loro libertà, mentre dall’altro lato costruisce un mondo fatto di atomizzazione e controllo. Nei nostri cuori sappiamo da che parte stare. Se ci attaccano è fondamentale costruire legami radicali, prendersi cura gli uni delle altre, dare spazio all’affettività e alla solidarietà, per prendere la rincorsa insieme e fare di questo mondo un cumulo di macerie.

SE LA SOLIDARIETA’ È TERRORISMO, SIAMO TUTTX TERRORISTX!

Con il desiderio di poterli/e riabbracciare presto tutti e tutte:

Libertà per Leo, Duccio, Stefi, Elena, Guido, Zip e Nicole!

 

Per scrivere ai/lle compas:

Elena Riva e Nicole Savoia:
Str. Delle Novate, 65, 29122, Piacenza.
Duccio Cenni e Guido Paoletti:
Via Arginone, 327, 44122, Ferrara.
Giuseppe Caprioli e Leonardo Neri:
Strada Statale 31, 50/A – Loc. San Michele – 15121 Alessandria (AL)
Stefania Carolei:
Via Gravellona, 240, 27029, Vigevano, PV

 

CASSA DI SOLIDARIETÀ, OPERAZIONE “RITROVO”

IBAN: IT82E0100503246100082077927
Codice bic swift: Bnliitrrxxx

Intestato a: Marcello Salvati