Che bruci il fantoccio, Carnevale è terminato!

Riceviamo e pubblichiamo:

E’la storia di un paese che mentre precipita sempre più a fondo continua a ripetersi: fino a qui tutto bene! Va tutto bene: parlare di populismo, lanciare slogan da un lato all’altro dei marciapiedi, leggere ogni giorno notizie fuorvianti sulle percezioni psicologiche di divari economici e ipotetiche negritudini pronte a stemperare il pallido bianco caucasico che, va bene, solo fino a quando l’arrivo di agosto non necessiti di una perfetta abbronzatura color cappuccino. E mentre quasi giocosamente si inizia a capire che l’impatto è sempre più vicino, una sorta di scudo protettivo che allontana le paure si impossessa dei più semplicisti della politica. E’ colpa di questo o quel partito, di queste o quelle dichiarazioni, delle decisioni prese fuori porta – non nelle gite di ferragosto, quelle finite bene – ma nelle stanze sudicie che abortiscono il feto democratico. Ieri sul palcoscenico della “Milano dell’accoglienza” è andato in scena l’ennesimo spettacolo del materasso gonfiabile che, sempre più alla deriva, cerca di contrastare le povere e fasulle menti intrise di razzismo a suon di canzoncine e balletti interraziali. E così, mentre l’umanità sfila sotto i colori di un arcobaleno che non c’è, gli squallidi personaggi dell’Europa che alza la voce si stringono le mani, passeggiano nei corridoi come due adolescenti innamorati, si leccano pubblicamente il putrido culo e scambiano informazioni su come si fa a difendere la razza, su come si chiudono con la più brutale forza fisica ed evidente, delle linee di confine che nemmeno esistono. In nome della democrazia, si sorride e si canta che “i fascisti non li vogliamo”, che “siamo tutti clandestini” e chi più ne ha più ne metta…perché in fondo la democrazia è una cosa bellissima da pensare, essere tutti uguali, capaci di decidere e al contempo  delegare, perché fare subito in autonomia quello che qualcun altro può promettere di fare domani?…e si brancola così in un buio annacquato dalle lucine del cambiamento, non si sa in che direzione, per il democratico dipendente l’importante è seguire i bagliori lanciati come ossi in una gabbia di porci affamati! Non importa se i nuovi nazisti imperversano nelle strade, sulle spiagge, nei quartieri popolari e sulle passerelle mediatiche. Non importa se dei balordi si divertono ad inseguire, insultare, sparare, altri modi di essere umano solo perché in questo modo riescono ad emergere nella loro patetica e disagiata porzione di esistenza intessuta di ignoranza più becera…In Italia si canta e si balla, in un carnevale che sembra non finire più, in una sovversione giocosa dell’ordinario che non corre mai il rischio di spezzare le catene legislative, perché oh, qui siamo democratici e sia mai auspicabile che questo modo di vivere sia messo in pericolo! Se non ci si può aspettare diversamente da spugnette e pompieri del sociale, è invece triste constatare che le orde ribelli e sognanti non riescono più a ribaltare le dinamiche di potere anche solo all’interno di una piazza: prendere il presente e sospenderne lo scorrere inesorabile del tempo dovrebbe tornare ad essere la pratica quotidiana di chi costruisce mondi e ne sogna altrettanti, non più chiusi tra le quattro comode mura di un centro sociale (ahimè sempre più spesso addirittura concesso in cambio di pacificazione) ma incazzati neri e contro vento, a testa bassa, in un unico battito cardiaco. Non basta più muoversi come topi avanzando complotti notturni e passeggiate ribelli, occorre imperversare violentemente nelle strade, nelle piazze, tra gli interstizi di un castello di sabbia che bisogna sciogliere senza se e senza ma. Non abbiamo bisogno di governi, di stati, di fottuti confini e di luridi bastardi che ci consigliano distrattamente su come comportarci per trovare spazio in questo gigantesco macchinario dell’ipocrisia. Non abbiamo bisogno di onesti cittadini a guidarci verso un roseo futuro fatto di contratti a tempo indeterminato o di voucher (la schiavitù non fa prigionieri o distinzioni, uccide!)… Abbiamo bisogno solo di noi stessi per creare spazi e viverci pienamente, del nostro pensiero e delle pratiche meticce e libertarie, perché nostra patria è il mondo intero e ai pupazzetti democratico-nazisti dovremmo dargli fuoco prima che sia troppo tardi, senza mai perdere l’amore!

Che l’autunno sia infernale e l’inverno più rovente!”