Ode al Passannante

 

Non è così lontano per noi il 17 novembre 1878, giorno in cui la paura si fece strada sul volto regio di Umberto I, quando si fece scudo con il corpo dei suoi accompagnatori, regina moglie compresa; per non perire sotto i colpi inferti da Giovanni Passannante, lucano internazionalista, anarchico, compagno! La sua vicenda è così atroce da essere ben nascosta sotto le briciole del banchetto della storia ufficiale, quella mangiata e digerita dai grassi ignobili omuncoli di palazzo. Buttato nelle patrie galere per anni, studiato nella sua più privata conformazione biologica, definito pazzo in quanto anarchico ed anarchico perché pazzo … la sua famiglia spazzata via, la sua terra ancora stuprata, anche nel nome. Viene fissato così nella topografia locale il fango dei Savoia: Savoia di Lucania, quale più infame sfregio poteva essere arrecato alla memoria dell’insurrezionalista dimenticato. Noi vogliamo ricordare invece, perché i padroni di ieri erano i Savoia, oggi si chiamano Eni, Snam, Tecnoparco, Arpab e regione Basilicata; istituzioni diverse ma dagli esiti uguali: percorrere scorciatoie asfaltando popoli e territori. Ebbene in ogni strada saremo come briganti in agguato, su ogni pezzo di asfalto sputeremo il nostro amore per la libertà e fin quando si nasconderanno verso scuse strumentali (pazz*, terrorist*, fannullon*; marchi per definire l’alterità e quindi la marginalità di singoli inutili al macchinario del Capitale) sappiamo di aver già vinto! Ha vinto chi ha nel cuore l’odio per gli sfruttatori e l’amore per la dignità di ognuno! PAZZ* SIAMO, SE LA NORMALITÀ È IL VOSTRO SPORCO MONDO RIGURGITATO! MORTE AI RE, LUNGA VITA AI RIBELLI!