Perché c’è bisogno di distruggere le carceri fino all’ultimo mattone

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Le carceri vanno abbattute. Sede della repressione al suo massimo livello e in quanto tale, privazione della libertà per eccellenza, le carceri e tutte le gabbie sono le nostre prime nemiche in ragion d’essere.
Il 41 bis é il regime di massima sicurezza, dove i detenuti si trovano in isolamento, privati della lettura. Venne istituito per far sì che i detenuti condannati per associazione di stampo mafioso non avessero contatti con l’esterno. Il 41 bis é tortura. Nessunx può è deve essere privato della lettura. La lettura nobilita l’animo. I/le detenutx in stato di tortura sono 715. Attualmente il regime di 41 bis è usato soprattutto per i/le compagn* e per coloro che sono considerat* “irrecuperabili”. E’ indispensabile usare qualsiasi mezzo per far si che non esistano e i/le compagnx tornino in libertà. Per iniziare a distruggere le carceri bisogna portare al loro interno venti di speranza e solidarietà. Perciò scrivete ax compagnx detenutx. Scrivete tutto quello che vi passa per la mente ma fatelo. Ora prima di ora. I/le compagnx, che si trovano privi della libertà per motivi che riguardano tuttx, hanno bisogno di non sentirsi mai solx.
Sgretoliamo le mura ad una ad una.
Distruggere le barriere ora.
Liberi tutte e tutti subito.

Comunicato di solidarietà a Basilicata Antifascista

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Ieri ci è giunta notizia di una denuncia partita dalla questura di Potenza, a carico di un nostro compagno circa la giornata del 25. Le accuse mosse nei suoi confronti, sono frutto di pura fantasia sbirresca, i quali pur di soffocare qualunque tentativo di riappropriazione di spazi e fermare la costruzione di un movimento che possa porre una critica radicale all’esistente e far vacillare gli interessi della classe borghese e dei suoi tirapiedi, attua la repressione sui soggetti in lotta intimidendo e minacciando pur di riportare la pacificazione sociale. A questo banale tentativo repressivo, rispondiamo con tutta la nostra determinazione.

Esprimiamo massima solidarietà e complicità al compagno accusato di resistenza a pubblico ufficiale, accusa che dà l’ennesima prova dell’arbitrarietà della legge che si fa protettrice solo degli interessi degli oppressori. Al fianco di chi lotta,non un passo indietro!