Breccia

riceviamo e diffondiamo:
    
Breccia 
come una scorza di legno che s’infila sotto un’ unghia, così noi siam la breccia dei padroni.
Che essa sia in un piede o in una mano poco importa. Quanto più in profondità entra tanto è proporzionale il dolore che affligge.
Finché vivremo saremo nient’altro che questo e sempre pronte e pronti e in qualsiasi modo; al fianco delle compagne e dei compagni.
Conosciamo bene i meccanismi per incutere terrore e ammutolimento e continuiamo a rifiutare la logica colpevole-non-colpevole.
Solidarietà a Paska, Ghespe e a tutte le compagne e i compagni vittime delle maglie dello stato in ogni dove.

Comunicato in solidarietà all’Anzacresa

In un tessuto urbano come quello potentino, l’Anzacresa è una fonte di alterità nel grigiore del contesto che la circonda, essendo riuscito a portare anche in una città ostile e alienante, pratiche e forme organizzitave che si svincolano dalle logiche della mercificazione e da rapporti autoritari, facendo proprie l’idea dell’autogestione e dell’autorganizzazione.

Non ci meraviglia che il comune abbia deciso l’immediato sgombero di un luogo strappato alla geografia del Potere, cercando di annichilire qualunque tentativo di rompere con la miseria esistenziale che caratterizza il contesto lucano, normalizzando e svuotando uno spazio che è divenuto punto d’incontro basato sull’eterogeneità e sulla creazione di momenti liberi dal Capitale.

Esprimiamo la nostra piena solidarietà e vicinanza al CSOA Ex Coni “Anzacresa; non un centimetro di spazio al Potere, per l’autogestione, per la creazione di forme di vita radicali!

Contro il fascismo, contro ogni autorità!

“Il fascismo è una cancrena sociale e morale che nell’ultimo periodo sta sempre più appestando i nostri territori. Mentre assistiamo all’uso  strumentale di tristi eventi accaduti in Basilicata, per propagare odio  e rivendicare una cultura reazionaria, l’eco della loro retorica si fa spazio anche nella popolazione con episodi che hanno come obiettivo il colpire l’ultim* e l’emarginat*. I gruppuscoli protagonisti di certe manifestazioni, cercano sempre più d’inserirsi in diversi contesti per riuscire a strappare del consenso: nelle lotte alla devastazione ambientale, negli ambienti studenteschi, fino a giornate caratterizzate da rituali tramite i quali cercano di far diventare martiri, loschi
individui come gerarchi, assassini e militanti di destra. La loro guerra volta tutta sul piano retorico, appropriandosi di un gergo a tratti rivoluzionario, ha il fine di incoraggiare quella lotta tra poveri in nome di una chiamata alla “trincea” (andando a ricalcare l’uso di un linguaggio stile ventennio) per la difesa della propria comunità. Dall’altro lato la sinistra istituzionale e non, continua a promuovere la pacificazione sociale; voltando le spalle a tutto ciò e seguendo il dogma della libertà d’espressione e d’opinione illimitata, lasciandogli ampi margini d’azione. Inoltre, è proprio essa che mette in pratica ciò che per i fasci rimane mera ideologia, creando lager, ghetti, sfruttando a ritmi sfrenati lavoratori migranti e non e militarizzando i territori. Nell’intimo valzer tra queste forze, dove l’una si mescola con l’altra, spinte da un amplesso ideologico, cade la loro maschera fatta di (in)umanità, lasciando intravedere il ghigno della morte. Infatti mentre si continua a prorogare l’idea di una lotta all’ultimo sangue tra i più poveri, quella che ne trae vantaggio è la sola classe dominante, che spalanca le porte a multinazionali, turisti e consumatori di suolo, spingendo sempre più fette della popolazione locale ad abbandonare  i luoghi dove vivono o a dover stravolgere la propria vita quotidiana a causa della devastazione ambientale e della gentrificazione che sta seguendo alla “rivalorizzazione” della Basilicata come territorio da sfruttare.Guardandoci attorno non notiamo altro che miseria, morte e sopraffazione, dove ognuno recita a memoria il ruolo impostogli/le dall’alto, accennando al massimo un timido rivendicazionismo riformista e seguendo tali gruppetti. I soggetti che li formano e che oggi si ergono ad alternativa al potere istituzionale, sono gli stessi che hanno affiancato i diversi partiti di turno e che hanno posto le fondamenta sulle quali si basa la situazione che viviamo giorno dopo giorno. Bisognerebbe quindi, ripartire dalle nostre esistenze per rompere con lo schifo che ci attanaglia, nella perpetua creazione di linguaggi, spazi, utopie ed immaginari, facendo propri metodi di attacco contro qualunque individuo e gruppuscolo guidato solo dalla propria fame di potere e da logiche egemoniche, con il fine di non cambiare solo bandiera alla classe dirigente o averne una di natura autoctona, ma di distruggere il Potere.

Contro il fascismo, contro ogni forma di potere; per l’autogestione delle nostre vite e la liberazione totale!