Storia di un ipad che sognava la rivoluzione

 

 

Sabato 14 gennaio all’Unibas di Potenza durante lo svolgimento di un’iniziativa sul Kurdistan, vi è stata una contestazione a Speranza lì presente in veste di relatore. Tale criticità è stata fatta presente da un intervento con conseguente volantinaggio da parte dei/lle compagn* di Potenza, e successivamente da un ipad che si è librato in aria. A seguito di ciò apprendiamo che a Rionero in Vulture sono apparse alcune scritte contro il PD, ove si evidenzia la propria responsabilità politica nella morte di Alì Muse a causa della gestione securitaria e ghettizzante dei/lle migrant* presenti sul nostro territorio. A seguito di ciò è scattato l’allarme del segretario provinciale del PD di Potenza, Molinari, il quale in toni allarmistici e quasi complottistici che rasentano il delirio, si legge che i due gesti sarebbero legati tra di essi e il livello repressi… securitario andrebbe alzato contro gesti d'”intolleranza” e “inciviltà” che denigrano l'”onorabilità” dei poveri esponenti del PD. Insomma tale narrazione la conosciamo, dove vi prende piede uno scambio di ruoli atto a far diventare l’oppresso l’oppressore e viceversa. Infatti nonostante il tentativo di rinnovamento della verginità politica del PD – soprattutto locale – e le lacrime da coccodrillo della sinistra buonista fattosi scudo contro i violenti sabotaggi verso “la dialettica democratica, la libertà” et cetera, conosciamo i veri colpevoli di questo clima di rabbia che attraversa il contesto lucano. La lente attraverso cui si leggono tali eventi è quella dei media che va ricucendo sui/lle nostr* compagn* il vestito dell’antagonista, il cattivo par excellence che corrompe la purezza democratica vigente in Basilicata (al riguardo basta leggere le accuse mosse ai danni del collettivo autorganizzato del Vulture Rise Up, che sono stati definiti “squadristi del web”). Una domanda ci sorge spontanea: dov’è finito quel coro degli “indignados di Capodanno” che contestavano la scelta di fare della Basilicata un palcoscenico a cielo aperto nel quale far confluire gli interessi dei petrolieri, delle compagnie televisive e di altri imprenditori-vampiri pronti a succhiare la vita ai/lle lucan* ed espropriare i nostri luoghi delle loro risorse a danno della Terra e degli animali-non umani? Ricordiamo che il PD è il medesimo partito che vorrebbe riaprire un Cie in Basilicata dopo che fu chiuso nel 2011 e che ora grazie al piano di gestione migratoria – un mix di razzismo istituzionalizzato e xenofobia – del ministro Minniti rivedrà la luce; lo stesso partito che piagnucola con i sinistrorsi borghesi per tale gesto ma tollera – o quasi coccola – i fascisti locali. Le sue responsabilità politiche sono chiare e noi rifiutiamo il modello di Basilicata che vorrebbero calarci dall’alto, ove a pagare saremo sempre noi ultim*. Se è questo il modello di democrazia che tanto si vuole difendere, ci ritroverete sulle barricate pronti a lottare contro una politica di morte per riaffermare l’autodeterminazione delle nostre vite. Solidarietà ai/lle compagn* colpit* dalla repressione, solidarietà a chi continua a lottare! 10 100 1000 ipad contro l’autorità!